Meditando sulla politica italiana, tra le elezioni primarie e le politiche, ci chiediamo se il verbo che rimbomba di più, quasi un grido di gente che affoga e non vede scampo, è «cambiare!» (già meglio del rozzo «rottamare», che qualifica l'autore e gli ascoltatori). Entrambi i verbi rimbombano di vuoto. «Cambiare» – appello frequente in tante politiche, non solo da noi – non significa nulla: cambiare in cosa? Verso dove? Per trovare cosa? Cercando e volendo che cosa?
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Editoriale
Pier Cesare Bori, un cammino vivo (Enrico Peyretti)
Natale, natali (Luca Sassettti)
Lettera del vescovo Nosiglia ai Rom e ai Sinti. Gesù nasce sul Lungo Stura
Sacco e Vanzetti a 85 anni dalla morte / 2. La lunga strada dei diritti (Massimiliano Fortuna)
Rinnova l’abbonamento
Natale sotto le stelle (Mauro Pedrazzoli)
Noi, la morte e l’oltre (Tullia Chiarioni)
Libri: Una pietra sopra l’esegesi (Piero Stefani)
Cinema: È forse altro l’amore? (e. p.)
Teatro: Berlinguer, il bacchettone (e. p.)
Registro di scuola / 2. Vedere con i propri occhi (Antonello Ronca)
Lettere: Gli insegnanti si sono arresi; Israele, sapere di non sapere (Stefano Casadio)
Memoria: Gabriella Poli (m. f.)
Parassiti e non (Dario Oitana)
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