La mancata approvazione il 21 febbraio della relazione di D’Alema sulla politica estera, causa delle dimissioni del governo Prodi, è stato un grave incidente di percorso che si doveva evitare. Se anche Turigliatto e Rossi non fossero stati sufficienti per raggiungere i voti necessari, non hanno fatto l'unica cosa che dovevano fare: votare. Una cosa è perdere con l'opposizione di Cossiga, Andreotti e Pininfarina, una cosa con i senatori della maggioranza. Non ci voleva molto per capire che aver fatto cadere questo governo è equivalso a dare un sterzata a destra alla coalizione. Si stavano facendo alcune cose buone, erano nell'aria provvedimenti con un certo senso. Si sono commessi errori e se ne sarebbero commessi ancora. Il governo Prodi non era certo il meglio che si potesse pretendere. Ma... l'alternativa? Tra un imprenditore che considera l'Italia la sua grande azienda, un razzista confesso che farnetica di un Parlamento del Nord, un ex fascista che nonostante sporadici accenni di ribellione non riesce a evitare di fare da valletto a Berlusconi, un cristiano modello attaccato ai valori della famiglia di cui non è personalmente un esempio, il che dovrebbe indurlo a maggiore discrezione... e Prodi, chi preferire? Per non parlare degli altri al seguito. Il bipolarismo sarà anche “amatriciano”, ma il solo a fare il salto di barricata è stato Follini, quindi il confine tiene.
Non siamo d'accordo con la base militare di Vicenza. Non condividiamo l'intervento in Afghanistan. Ma qui c'era l'Italia da salvare. La parola «compromesso» ripugna quasi a tutti (almeno a parole), ma a volte è (tristemente) necessario. Almeno temporaneamente. Non si può far cadere un governo per questo e rischiare di trovarcene un altro molto peggio. Un altro che eravamo riusciti a scacciare e che è sempre rimasto lì ad attendere, perchè sapeva che prima o poi sarebbe tornato il suo momento. Aveva ragione Berlusconi, a sperare ancora. Lui sì che conosce gli italiani e la classe politica di questo paese.
In fondo è più facile protestare che governare. È bello poter prendersela con qualcuno e lavarsene le mani. Ciò che otterremo saranno ministeri più a destra, politiche estere più a destra. L’opposizione culturale, politica, e soprattutto morale al sistema mondiale di feroce dominio la si può fare in molti modi. Uno dei meno efficaci è stato far cadere in Italia il governo Prodi. Chi non accetta la differenza tra decisione personale di coscienza e partecipazione in una decisione collettiva, fatta di numeri, e quindi la necessità del compromesso onesto e costoso, può fare il testimone personale, anche solitario, di imperativi umani e morali sentiti in coscienza, come Alex Zanotelli, Gino Strada o Peppe Sini, senza assumersi responsabilità determinanti nella formazione di decisioni collettive istituzionali. La coscienza personale va sempre rispettata, anche quando la discutiamo, ma diversi sono i modi in cui il suo giudizio può esercitarsi nella società, tenendo conto anche di tutte le conseguenze.
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