il foglio 
Mappa | 3 utenti on line


 Login
   
    
 Ricordati di me

  menu
 ::  editoriali
 ::  bibbia
 ::  chiesa
 ::  documenti
 ::  etica
 ::  filosofia
 ::  il foglio-lettere
 ::  mondo
 ::  pace-nonviolenza
 ::  poesia
 ::  politica
 ::  recensioni
 ::  scienza
 ::  società
 ::  storia
 ::  teologia
 ::  zibaldone
 :: home
 :: indici analitici
 :: solo online

 Ricerca
  

 in libreria

Enrico Peyretti

Il diritto di non uccidere

IL MARGINE


Conversazioni di

Giuseppe Barbaglio e

Aldo Bodrato

QUALE STORIA A  PARTIRE DA GESU'?

ESODO Sevitium


Aldo Bodrato

L'avventura della Parola

Affatà Editrice


Enrico Peyretti

Dialoghi con Nortberto Bobbio 

Claudiana


Enrico Peyretti

Il bene della pace. La via della nonviolenza

Cittadella


Enrico Peyretti

Elogio della gratitudine

Cittadella


  storia
 440 - La storia di due fratelli ribelli

 

Antiretorica della prima guerra mondiale

 

I fratelli Félix e Théophil Berthalon abitavano in una sperduta valle secondaria delle Alpi francesi, ai margini dei ghiacciai del Gruppo des Ecrins che comprendono i 4000 più meridionali dell'intero arco alpino. Erano valdesi.

Questi posti difficilmente accessibili e ingrati avevano costituito il primo rifugio degli "eretici" fin dal XIII secolo quando i valdesi praticavano, per non essere totalmente emarginati, o peggio perseguitati, un certo «nicodemismo». Mantenevano buoni rapporti con la chiesa ufficiale, partecipando a vari momenti liturgici e talora nominando addirittura esecutore testamentario il curato, considerato persona di sicura fiducia. Nel contempo venivano segretamente visitati dai barba, ministri itineranti, che ravvivavano in loro l'insegnamento di Valdo (AA. VV., Riformati, cattolici e organizzazioni ecclesiastiche nelle Valli, I convegni del Laux, LAR 2015, pp. 16 sgg.).

Agosto 1914, scoppia la guerra e la République si ricorda di questi suoi figli lontani e li chiama alle armi per la «difesa della patria». Un breve addestramento a Briançon: «la guerra sarà breve», sostengono tutti. Si dice sempre così quando iniziano le guerre. Poi la partenza di notte sulla tradotta diretta ai Vosgi. Il treno viaggia lentamente e ai fratelli non piacciono né l’ambiente militare né le prospettive future e inoltre pensano: chi spara a un altro uomo è un assassino…«Tu non ucciderai», dice la Bibbia. Detto, fatto: saltano dal treno nei pressi della loro valle e conoscendo bene i luoghi, la raggiungono attraverso un valico secondario. È il 14 settembre 1914. Da quel giorno, per oltre 12 anni, Fèlix e Thèophil vivono alla macchia, aiutati, con discrezione, dai compaesani che essi ricambiano con piccoli lavori fatti durante la notte. Così come soltanto di notte possono cucinare il loro cibo, perché il fumo del camino non insospettisca eventuali gendarmi in perlustrazione. La loro casa è una tana sotterranea ben mimetizzata, tra gli alberi e le rocce. Il disagio è estremo, il freddo d’inverno quasi insopportabile, ma la loro fibra è robusta e la voglia di libertà supera ogni pericolo. Parenti e amici li avvertono quando la République intensifica le ricerche e alcune volte sfuggono per poco all’arresto, salvati dalla loro perfetta conoscenza dei luoghi. Ma un bel mattino, in pieno gennaio del 1927, durante il culto, ecco arrivare la legge (i gendarmi coi pennacchi e con le armi, avrebbe detto Fabrizio De Andrè) e i due vengono ammanettati e portati a Lione per il processo davanti alla Corte militare. La Francia non perdona i disertori. Talora però, come esiste un giudice a Berlino, ne esiste uno anche a Lione. L’interrogatorio è surreale: «Ma vi rendete conto che se tutti si fossero comportati come voi, saremmo stati occupati dalla Germania?», domanda sensata. Théophil ribatte: «Ma i tedeschi sarebbero mai saliti sulle nostre aspre montagne per condividere con noi freddo e miseria?», risposta, direi, impeccabile. Finisce con una condanna a tre anni, con la condizionale. Scarcerati, tornano alla vita grama di sempre, ma finalmente liberi. Moriranno ultraottantenni verso la metà degli anni Sessanta. Due vite in simbiosi.

Dobbiamo la scoperta di questa originale vicenda a Enrico Camanni, alpinista, giornalista e scrittore che, nel suo recente Alpi ribelli, storie di montagna, resistenza e utopia (Laterza 2016) traccia un affascinante affresco di otto secoli di ribellioni con radici nelle terre alte. Uno splendido libro per non dimenticare. Assolutamente da non perdere. Da Fra Dolcino ai valdesi guidati da Giosuè Janavel in lotta contro le truppe del duca di Savoia fino alla figure di Alex Langer (il mite combattente) e di Nuto Revelli con il suo «mondo dei vinti». Senza dimenticare vicende come quella dei Berthalon, su cui è calata la polvere dell’oblio e quella tragica di quattro montanari (Basilio Matiz, Giovan Battista Coradazzi, Angelo Massaro e Silvio Ortis), processati e fucilati in 36 ore per essersi rifiutati il 25 giugno 1916 di ripetere l’attacco alla cima Ovest del Monte Cellon, considerato dalla truppa «un puro e semplice atto suicida» (così nei ricordi dello scrittore austriaco W. Schaumann). Per finire con Franz Thaler. Nel 1939, quando i sudtirolesi furono chiamati a scegliere se trasferirsi in Germania o rimanere in Italia, la sua famiglia optò per restare (solo il 13% agì così). Chiamato alle armi nel 1944, disertò. Ma poi per timore di rappresaglie sui famigliari si consegnò ai nazisti, che nel frattempo avevano annesso al Reich il Trentino e il Sudtirolo. Internato a Dachau, ritornò a casa nell’agosto del ’45 «fisicamente e psichicamente distrutto». Aveva venti anni.

 

Pier Luigi Quaregna

 Stampa Invia ad un amico Dai la tua opinione

 
 il foglio
 ::  presentazione
 ::  redazione
 ::  abbonamento
 ::  contatti
 ::  link
 :: archivio storico [parziale]

 avviso agli abbonati

Ci risulta che alcuni abbonati non ricevono a tempo debito, o non del tutto, la copia del nostro periodico. Ce ne scusiamo precisando che tale situazione non dipende da un nostro difetto bensì dal disservizio delle Poste.


 web partner

Aldo Bodrato

Enrico Peyretti

Delfino M. Rosso

 


 Numeri recenti
 :: 497 - 27 gennaio, per non dimenticare 
 :: 491 - Narrativa antimilitarista 
 :: 489 - Russia e Ucraina tra pittura, cinema, storia e attualità 
 :: 487 - Ancora 27 gennaio, tra Stolpersteine e archivi familiari 
 :: 482 - In ricordo di Alex Langer e Jovan Divjak 
 :: 478 - Tra arte e storia a 150 anni dalla Comune di Parigi 
 :: 467 - DISCUSSIONE SUL COMUNISMO 
 :: 466 - Trent'anni fa 
 :: 465 - Germania, il passato che non passa 
 :: 461 - Elezioni europee 
 :: 459 - 27 gennaio: «la rete delle due religioni» e una tipografia ad Assisi 
 :: 459 - In memoria di un Beato 
 :: 458 - 4 novembre 1918 ‒ 2018 
 :: 456 - A proposito di Spartaco, e dell'«altra Italia» 
 :: 455 - Due benemeriti dimenticati: Torri e Gentili 
 :: 454 - Interpretazioni e soluzioni diverse della crisi 
 :: 451 - Esercizio di memoria per il 25 aprile 
 :: 452 - Antiretorica della Seconda guerra mondiale 
 :: 453 - Chi sia l’ebreo lo sa soltanto il persecutore 
 :: 450 - Il negazionismo divenuto legge a Varsavia 
 :: 450 - Un salto indietro di settant'anni 
 :: 448 - 27 gennaio, una mostra (già chiusa) per non dimenticare 
 :: 447 - A spasso per la Turingia 
 :: 445 - Torino 1917 
 :: 440 - La storia di due fratelli ribelli 
 :: 438 - Tra mito, archeologia e attualità politica 
 :: 434 - Sessant'anni fa 
 :: 433 - ITALIANI D’ALBANIA, UNA STORIA POCO CONOSCIUTA / 3 
 :: 433 - PAROLA DETTA VS PAROLA SCRITTA 
 :: 432 - ITALIANI D’ALBANIA, UNA STORIA POCO CONOSCIUTA / 2 
 :: 432 - Un tentativo di storia europea 
 :: 431 - UNA STORIA POCO CONOSCIUTA / 1 
 :: 429 - A 70 ANNI DALL’ATOMICA IN GIAPPONE 
 :: 423 - LETTERE DAL FRONTE 
 :: 422 - Un destino difficile 
 :: 423 - La disputa tra autenticisti e negazionisti 
 :: 422 - A 100 ANNI DALL’INGRESSO NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE 
 :: 421 - 1943-1945 
 :: 412 - Due domenicani: Girotti e Giuliani 
 :: 411 - GUARDIAMO AI FATTI, ANCHE SE SCOMODI 
 :: 410 - Il contesto internazionale 
 :: 410 - il foglio e gli «anni spezzati» del terrorismo 
 :: 396 - Sacco e Vanzetti a 85 anni dalla morte / 1 
 :: 397 - Sacco e Vanzetti a 85 anni dalla morte / 2 
 :: 391 - La tragedia del comunismo / 2 
 :: 390 - La tragedia del comunismo / 1 
 :: 384 - Diventare italiani 
 :: 382 - ATTREZZI E SPERANZE: CHE COSA RESTA DI UN SECOLO 
 :: 383 - Storia dimenticata di un protagonista del Risorgimento 
 :: 381 - L’esperienza «democratica» degli Escartoun 
 :: 380 - Italia centocinquanta / 4: Dell’elmo chiodato s’è cinta la testa 
 :: 379 - Italia Centocinquanta / 3 
 :: 378 - Italia Centocinquanta / 2: gloriosi massacri 
 :: 377 - Italia centocinquanta: le guerre del 1848-49 
 :: 375 - CENTOCINQUANTENARIO A RISCHIO DI RETORICA 
 :: 376 - "Cuore" e "Pinocchio", non solo libri per ragazzi 
 :: 362 - 25 APRILE, STORIE DA NON DIMENTICARE 
 :: 358 - 27 gennaio, Giorno della memoria 
 :: 356 - ANTROPOLOGIA POLITICA 
 :: 356 - PATRIA E BUONA FEDE 
 :: 355 - CAMBIARE SE STESSI E IL MONDO A 20 ANNI 
 :: 354 - CAMBOGIA 1975-78 
 :: 348 - 1948-2008, I 60 ANNI DELLA COSTITUZIONE 
 :: 346 - LA RIVOLUZIONE CULTURALE CINESE 
 :: 340 - Un convegno su padre Pellegrino 
 :: 340 - SUL DISCORSO DI NAPOLITANO 
 :: 335 - L’ALTRA STORIA 
 :: 330 - L’ALTRA STORIA/1 
 :: 331 - L’ALTRA STORIA/2 

copyright © 2005 il foglio - ideazione e realizzazione delfino maria rosso - powered by fullxml