Mappa | 3 utenti on line |
|
teologia
PRIMA LA SALVEZZA, POI LA BONTÀ Un uomo può essere felice e salvo senza essere buono? E buono senza essere felice e salvo? Alcuni distinguono fra valori tout court (non morali, o non direttamente morali) come ad es. la salute e lo star-bene, e valori morali (che richiedono un impegno assiduo, una scelta etica performante, una solida opzione fondamentale) come l’essere buoni e non peccatori. Avanziamo la tesi che la salvezza offerta gratuitamente e senza condizioni da Gesù stia più dalla parte del valore non morale della “salute”, dell’essere e vivere bene, che da quelli morali del fare il bene e non peccare, che pur nella loro importanza vengono tuttavia (sùbito) dopo in seconda battuta. >> Leggi.....
C’è bisogno di Dio? Siamo così alla domanda se ci sia o meno bisogno di Dio per la salvezza come trattata negli articoli precedenti, intesa per ora dal punto di vista della creazione, del salutare umano, senza tuttavia perdere di vista il salvifico più propriamente cristiano. >> Leggi.....
Per noi e per la nostra salvezza Seguendo l’invito di A. Bodrato nel numero 368 del Foglio ad affrontare la rivelazione salvifica, crocefissa e amorosa di Gesù, si tratta di passare ora dalla salvezza fisica (guarigione delle malattie) a quella spirituale: ossia una salvezza integrale e integrata. Non è un caso che le guarigioni di Gesù siano storiche (comprese quelle da uno stato pessimo, moribondo, comatoso), mentre i miracoli sulla natura e le resurrezioni no: ma quest’ultimi hanno un profondo significato che testimonia il passaggio dalla salvezza corporea a quella esistenziale. >> Leggi.....
NON I MIRACOLI, MA LA CROCE
Gli articoli di Mauro Pedrazzoli sui cosiddetti miracoli di Gesù (il foglio 364 e 365), che egli interpreta non come manifestazioni di un potere soprannaturale, ma come applicazione di forze naturali più o meno paranormali, mi inducono ad alcune riflessioni di carattere esegetico e teologico. >> Leggi.....
Il laicista e il teologo e il rischio della gnosi
Fin dal commento alla presentazione torinese del libro di Mancuso, L'anima e il suo destino (Cortina 2007; il foglio n. 251), abbiamo segnalato che il pensiero del professore del San Raffaele poneva problemi teologici ormai ineludibili, ma prestava il fianco a più di una critica. >> Leggi.....
L'utero di Dio fondamento del diritto
Il quadrimestrale veneziano «Esodo» ha dedicato interamente il suo ultimo numero del 2008 a un tema oggi centrale nel dibattito culturale, politico e religioso, nella chiesa e nel più ampio contesto della società non solo italiana. Si tratta del tema del rapporto tra fede, ragione e libertà di fronte alla legge e della liceità teorica e storica dell'insistito richiamo papale al “diritto naturale”, come espressione della legge di Dio e fondamento di ogni umana forma di «diritto positivo». Al numero hanno collaborato: S. Levi della Torre, C. Bolpin, P. Stefani, D. Garrone, A. Bodrato, A. Rizzi, S. Givone, M. P. Pattoni, D. Menozzi, L. Cortella, C. Molari. Riteniamo utile per i nostri lettori segnalare questo fascicolo di «Esodo» e mettere a loro disposizione l'intervento del nostro redattore, diviso in due parti. >> Leggi.....
MYSTERIUM MAGNUM In una discussione redazionale di qualche tempo fa Aldo Bodrato ha riportato un pensiero di Scoto Eriugena, di cui è stato appassionato cultore, secondo il quale «Dio non conosce se stesso come essere ma come mistero». Frase che davvero pare carica di una densità speculativa e di una suggestione linguistica non comuni. Richiesto di maggiori informazioni, Bodrato ha specificato che quelle non sono precisamente le parole originali di Eriugena, ma una formulazione riassuntiva fatta da lui e ha indicato alcuni luoghi del De divisione naturae che lambiscono questo tema, con l'avvertenza che il testo di Eriugena è un dialogo complesso fra Maestro e Allievo, poco lineare e intessuto di continue riprese e approfondimenti, con la precisazione inoltre che la parola mysterium nei passi in questione è assente. >> Leggi.....
È VERO PERCHÉ L’HANNO DETTO I DISCEPOLI >> Leggi.....
Pregare tutti per la salvezza di tutti
La ricorrenza della Giornata per il dialogo ebraico-cristiano ha riproposto il confronto sul tema dell'iniziativa vaticana di ripristinare, insieme alla liturgia latina, una preghiera per gli Ebrei che evoca l'invito alla conversione e che, fin dallo scorso anno, ha indotto i rappresentanti della Comunità ebraica a sospendere la loro partecipazione alla Giornata stessa. A suo tempo ne ho scritto su il foglio (nn. 252, 253 e 254) e ora riprendo il tema a partire da alcuni spunti critici offerti da un bell'articolo di Enzo Bianchi («La Stampa» del 17 gennaio). Condivido, nel tono e nelle argomentazioni tese a stemperare le tensioni, quanto il priore di Bose scrive. Ma su due punti mi pare che, più che aiutare ad affrontare le questioni in gioco, finisca col banalizzarle. Li riprendo non per polemizzare, ma per far crescere il confronto. >> Leggi.....
Dio, l’uomo, il diavolo e la morte Donde la vita e donde la morte? Nasciamo, non sempre desiderati, dall'incontro tra esseri umani per lo più consenzienti, e, poiché siamo nati, dobbiamo anche morire, nel caso migliore per consunzione delle energie fisiche vitali a nostra disposizione. Questo lo sappiamo tutti. >> Leggi..... Pagina: Indietro 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Prossima |
|
copyright © 2005 il foglio - ideazione e realizzazione delfino maria rosso - powered by fullxml |